camminare fa bene al cervello

Camminare? Secondo la scienza fa bene al cervello e all’umore

È una delle attività che svolgiamo tutti giorni, da sempre. O, almeno, dovremmo farlo: noi esseri umani siamo nati per camminare e di recente si è scoperto anche che ha molti più benefici di quelli che credevamo.

Il cervello in movimento

Shane O’Mara, neuro scienziato e docente di ricerca sperimentale sul cervello al Trinity college di Dublino ha da poco pubblicato un libro intitolato In Praise of Walking: The new science of how we walk and why it’s good for us (Penguin Random), che si focalizza sulla camminata e i suoi benefici sulla nostra salute mentale e sulla creatività. «Camminando in posizione verticale, su due piedi, le mani libere la testa in alto, concentrati sugli orizzonti lontani abbiamo conquistato il pianeta», scrive. E fin qui, nulla di nuovo. Ma ecco la scoperta: «La ginnastica mentale che dobbiamo mettere in moto durante una camminata impatta su come pensiamo. Mettere un piede davanti all’altro ci allena creare nuove connessioni che scattino nuove idee. Smorza lo stress e l’ansia che bloccano curiosità e apprendimento. Provocando un’attività intensa in tutte le aree del cervello, camminare funziona come antidepressivo, migliora l’umore è affine al pensiero, aumentando la creatività».

Perché camminare fa bene al cervello?

Il modo in cui la camminata agisce sulla nostra mente è un meccanismo che O’Mara ha studiato con passione e precisione scientifica: la nostra postura forma una linea verticale che va dalla parte posteriore della testa, lungo la spina dorsale giù fino ai fianchi e poi ai piedi. Quando camminiamo, i piedi è come se fossero appesi al cervello e attiviamo una serie di connessioni lungo tutto il corpo provocando un’attività intensa in tutte le aree cerebrali. Non solo: il cervello è anche attivo nel mappare i luoghi dove stiamo camminando. Una sorta di GPS interno distribuito su più regioni che ci mantiene orientati quella sensazione di dove siamo e dove sono i punti di riferimento. Senza contare che camminare e anche un’attività sociale: i nostri avi camminatori, si muovevano sempre in gruppo per esplorare luoghi mai visti prima. E secondo O’Mara, camminare assieme per raggiungere uno scopo condiviso è una colla sociale che ha contribuito alla nostra sopravvivenza. Per questo ancora oggi ci piace passeggiare con gli amici.

 

Come dobbiamo camminare per ottenere benefici?

Anzitutto il passo deve essere sostenuto ma non da corsa. In ogni camminata dovremmo consumare almeno 9500 passi. Ma secondo lo scienziato 13.000 sarebbero meglio e 17.000 è il numero di passi che rende entusiasta lui, che evidentemente è ben allenato. Per misurarli si può far ricorso al contapassi dello smartphone o a un fittracker. La velocità su una distanza ragionevole dev’essere di tipo 5 km all’ora sostenuta per almeno 30 minuti almeno tre volte a settimana.

La camminata sportiva

Altra cosa è la camminata sportiva: quella che fa bene al cervello infatti non ha grande impatto sul fisico. Poiché camminare è un movimento cui siamo abituati, il nostro corpo si predispone a spendere meno energia possibile. Inoltre, camminando non bruciamo molte calorie: una persona di 70 kg in un’ora circa di camminata ne brucia meno di 300. Per avere un impatto reale sulla nostra forma fisica, ed essere intesa come allenamento, la camminata dovrebbe durare più di un’ora. Per considerare la camminata attività sportiva, dobbiamo accelerare il passo. Quando avremo la sensazione di essere sul punto di correre avremo raggiunto la velocità giusta. Dobbiamo, insomma, avere la sensazione di esserci spinti oltre i nostri limiti per considerarlo un allenamento.

camminare fa bene al cervello
Camminare fa bene anche al cervello: la scoperta di un neuroscienziato.

La camminata sportiva nel verde fa bene al cervello

Passeggiare nel parco? È davvero rilassante e ha effetti benefici come sembra.

Una nuova ricerca di un dottorando della Stanford University ha scoperto che le persone che avevano camminato attraverso un bel prato del campus erano più attente e allegre, rispetto a un altro gruppo che aveva camminato per la stessa quantità di tempo su una superstrada trafficata. I partecipanti hanno camminato al proprio ritmo e senza musica o compagnia. Dopo la passeggiata, ogni volontario è andato in laboratorio per rispondere a un questionario e per una scansione del cervello, per determinare i livelli di felicità e di attenzione in seguito all’esercizio.

Non sorprende che camminare lungo la superstrada non lenisce le menti dei volontari, ma passeggiare nella natura mostra invece degli evidenti miglioramenti della salute mentale. Coloro che avevano camminato nel campus di Stanford avevano un minore flusso di sangue nella corteccia prefrontale subgenuale, la parte del cervello che gestisce il pensiero ripetitivo e le emozioni negative, che invece rimaneva attiva in coloro che camminava lungo la strada.

L’autore dello studio, Gregory Bratman, ha dichiarato al New York Times che questi risultati “suggeriscono fortemente che uscire negli ambienti naturali” potrebbe essere un mezzo facile e conveniente per la gente di città per migliorare l’umore. Bratman ha sottolineato, tuttavia, che questo studio è solo l’inizio e più ricerca deve essere fatta per determinare quanto tempo nella natura ci fa stare bene e che cosa esattamente della natura ha questo effetto miracoloso.

Quanto dobbiamo camminare a piedi ogni giorno?
Movimento e l’esercizio fisico possono avere un notevole impatto positivo sulla salute fisica e mentale di una persona. Gli esperti (e i fit tracker) incoraggiano in genere le persone a camminare per 10.000 passi al giorno, che è circa cinque miglia. Secondo la Mayo Clinic, regolare camminata veloce, tra le altre cose, può aiutare a mantenere un peso sano, migliorare l’umore, migliorare la coordinazione e l’equilibrio.